COME PRENDERSI CURA DEI CAPELLI
I capelli, pur non rivestendo funzioni essenziali da un punto di vista biologico, possono rappresentare un indicatore dello stato di salute dell’organismo e, da sempre, hanno per l’uomo un profondo valore simbolico ed estetico con importanti implicazioni di carattere psicologico e culturale.
Per questo è opportuno proteggere e curare i capelli dedicando le dovute attenzioni ai possibili trattamenti e seguendo questi basilari consigli:
ALIMENTAZIONE
E’ importante seguire un’alimentazione ricca e bilanciata in tutti i suoi componenti: proteine, glucidi, lipidi, sali minerali e vitamine. Il primo sintomo di malnutrizione è lo sfoltimento dei capelli, infatti nelle carenze proteiche si assiste a fragilità del fusto del capello, secchezza e diminuzione del diametro. I capelli sono formati da cheratina composta, tra gli altri, da due aminoacidi cistina e lisina contenuti anche in carne e pesce. Sono consigliati alimenti ricchi in vitamine (A, E, e del gruppo B) e sali minerali come il ferro, lo zinco, il rame, il selenio e lo zolfo. Può essere utile inoltre l’utilizzo di integratori.
DETERSIONE
E’ consigliato pettinare i capelli e sciogliere i nodi prima del lavaggio. E’ bene utilizzare quantità moderate di prodotto, meglio se diluito, in mezzo bicchiere d’acqua, preferendo shampoo non aggressivi e con un pH simile a quello della cute (5,0 – 6,0). Durante il lavaggio è utile effettuare un leggero massaggio seguito da un abbondante risciacquo con acqua tiepida.
Se i capelli risultano particolarmente danneggiati o necessitano di protezione può risultare opportuna l’applicazione di un balsamo.
Per chi soffre di irritazioni, forfora del cuoio capelluto o eccessiva seborrea, è preferibile ricorrere a prodotti specifici.
DOPO IL LAVAGGIO
Tamponare delicatamente i capelli con una salvietta, meglio evitare gli shock termici come getti d’aria troppo caldi, forti o ravvicinati. E’ consigliabile pettinare i capelli quando sono quasi asciutti, in quanto la resistenza del capello diminuisce quando è imbevuto d’acqua.
Effettuare una spazzolatura delicata e non troppo prolungata con una spazzola a setole morbide.
PROTEZIONE
Le radiazioni UV, unite agli effetti aggressivi dell’acqua salata o ricca di cloro, rovinano la fibra dei capelli. Inoltre un’esposizione prolungata, senza un’adeguata protezione, può causare un progressivo sollevamento delle cellule della cuticola e pertanto i capelli diventano secchi e opachi.
Sovente, decolorazioni, tinte, permanenti possono causare l’indebolimento e la successiva rottura dei capelli. In ogni caso, se effettuate correttamente, queste pratiche cosmetiche non vanno ad agire sul follicolo e non ne causano la caduta.
RICHIEDERE IL CONSIGLIO MEDICO
Esistono diverse anomalie piuttosto frequenti di carattere fisiologico, patologico o occasionale che portano ad alterazioni del cuoio capelluto, della struttura e dell’aspetto dei capelli nonché ad un aumento della loro caduta. In questi casi è consigliabile rivolgersi ad un dermatologo che possa indicare le indagini e i trattamenti più opportuni.
STRUTTURA DEI CAPELLI
Sostanzialmente, il capello si può considerare diviso in due parti rispetto alla superficie cutanea: una esterna visibile, denominata fusto, e l’altra interna, la radice, inserita nel follicolo pilifero e caratterizzata da un rigonfiamento detto bulbo.
Nel fusto si distinguono tre strati:
il midollo costituito da cellule cave a cui si sovrappongono la corteccia ricca di pigmenti che impartiscono la colorazione e, infine, la cuticola con una struttura a scaglie di cheratina responsabile della forza e resistenza del capello.Il follicolo pilifero si trova a livello del derma e dell’ipoderma ed è la sede in cui vengono regolate le varie fasi della vita del capello mediante un complesso meccanismo, a cui concorrono ormoni e nutrienti trasportati da una fitta rete di vasi linfatici e sanguigni e che vede coinvolte due strutture interne al bulbo: la papilla dermica e la matrice.
Ogni follicolo è collegato con una ghiandola sebacea che secerne il sebo, la miscela oleosa che protegge il fusto e ammorbidisce la cute circostante.
CICLO DI VITA DEI CAPELLI
I capelli hanno un ciclo vitale che prevede l’alternanza di tre fasi: crescita, riposo e caduta. Si ritiene che ogni follicolo, durante la sua vita, possa produrre mediamente una ventina di capelli.
La fase ANAGEN (di crescita) ha una durata variabile dai 2 ai 7 anni con grandi differenze tra uomo e donna (nell’uomo arriva ai 4 anni, nella donna fino ai 7). Nei follicoli in Anagen, le cellule agiscono per formare progressivamente il capello che cresce di circa 1 centimetro al mese nell’uomo e di 1,5 centimetri nella donna. La crescita dei capelli è determinata dal patrimonio genetico, perciò è variabile da soggetto a soggetto. Circa l’82-90% dei capelli si trova in questa fase.
La fase CATAGEN (involuzione) è caratterizzata dal progressivo arresto delle funzioni attive del pelo mentre il bulbo si prepara alla fase successiva risalendo fino alla superficie cutanea. Il Catagen, che ha una durata di circa 2 settimane, è indispensabile perché peli e capelli non crescano senza limite. Circa l’1% dei capelli è in questa fase.
La fase TELOGEN (riposo) dura in genere 3-4 mesi; durante questa fase si interrompe ogni attività produttiva e il capello è trattenuto unicamente dalle pareti del follicolo. Dall’ingresso in fase telogen alla caduta vera e propria potrebbero passare anche 4 mesi. In fase Telogen si trova sempre almeno il 10-18% dei capelli presenti sul cuoio capelluto sano. Più in profondità, il nuovo pelo in Anagen spinge fuori il precedente.
PROBLEMATICHE DEI CAPELLI
Seborrea e forfora
Il cuoio capelluto è caratterizzato dalla presenza di un numero particolarmente elevato di ghiandole sebacee che attraverso la secrezione di sebo hanno la funzione di lubrificare e proteggere il fusto del capello e conferirgli lucentezza ed elasticità. La secrezione sebacea è regolata da fattori ormonali e pertanto varia in funzione dell’età, del sesso ed è sensibile agli stimoli metabolici e ambientali. In presenza di una quantità di sebo elevata i capelli diventano untuosi, opachi e pesanti. Sebbene questa situazione, nella maggior parte dei casi, rientri nei limiti fisiologici e costituisca semplicemente un inestetismo, più evidente nei soggetti con calvizie, in alcuni casi si verifica un’effettiva iperproduzione ed accumulo di sebo. Ci si trova così di fronte ad un ristagno di sebo che, in quanto ricco di androgeni, potrebbe risultare potenzialmente nocivo per il ciclo del capello o determinare la comparsa di forfora grassa. La forfora è causata da un’accentuazione del fisiologico processo desquamativo del cuoio capelluto e viene distinta in “forfora secca“, caratterizzata dalla presenza di squame (agglomerati di cellule cornee) bianco grigiastre spesso distribuite su tutto il cuoio capelluto e in “forfora grassa” quando le squame impregnate di sebo diventano untuose e giallastre e aderiscono ai capelli. Pur non essendo stati ancora chiaramente definiti tutti i fattori responsabili della comparsa e dell’entità della forfora, un ruolo significativo è stato attribuito all’aumento del numero di colonie del Pityrosporum ovale, un fungo abitualmente presente sulla cute e in grado di scindere i trigliceridi in acidi grassi pro-infiammatori.
Poiché l’eccesso di sebo costituisce un miglior terreno di crescita per il Pityrosporum ovale e favorisce l’insorgenza di fenomeni irritativi, frequentemente la forfora grassa può preludere alla comparsa della dermatite seborroica del cuoio capelluto (v. sezione dedicata).
In presenza di forfora secca o grassa sono utili i seguenti accorgimenti che possono eliminarla o tenerla sotto controllo:
- • Effettuare una detersione regolare (2-3 volte a settimana o più in presenza di forfora grassa) utilizzando quantitativi moderati di prodotti specifici a base di tensioattivi delicati e con sostanze che favoriscono la rimozione delle squame (ad. es. acido salicilico);
- • Evitare di asciugare i capelli con temperature elevate e un uso eccessivo di lacche, schiume gel o creme per i capelli che possono accumularsi e aumentare l’untuosità del cuoio capelluto;
- • Evitare per quanto possibile di grattarsi e di esporsi ad ambienti molto caldi e umidi e l’utilizzo di cappelli poco traspiranti.
Risulta inoltre importante condurre uno stile di vita sano, cercando di limitare lo stress e preferendo un’alimentazione ricca di frutta e verdura e gli alimenti ad elevato contenuto di vitamine del gruppo B quali ad esempio lievito di birra, pappa reale, riso e grano intero, nocciole mandorle e noci.
Se, nonostante questi accorgimenti, il disturbo persiste o si accentua è consigliabile rivolgersi ad un dermatologo per una valutazione approfondita.
Dermatite seborroica
La Dermatite Seborroica è una affezione dermatologica con andamento cronico, che raramente scompare in modo definitivo e tende periodicamente a ripresentarsi. Ha un’insorgenza piuttosto lenta, che si evidenzia con la comparsa di piccole squame secche più frequentemente untuose, tipiche della forfora grassa. Come per questa la causa principale viene identificata nell’aumento della colonizzazione da parte del pitirosporum ovale unitamente all’eccesso di sebo a cui si associano fattori irritativi (metabolici e ambientali) e neuropsichici.
Gli aspetti che differenziano la dermatite seborroica dalla forfora grassa sono:
- • la localizzazione che può estendersi oltre il cuoio capelluto, interessando il volto, la nuca, le ascelle, e l’inguine, che sono zone a più elevata densità di ghiandole sebacee;
- • la presenza di chiazze eritematose: la cute è unta e assume una colorazione rossa e grigiastra;
- • la comparsa di croste più o meno estese;
- • prurito solitamente piuttosto intenso.
Benché possano risultare utili gli stessi accorgimenti da adottare in caso di forfora, se si sospetta la presenza di dermatite seborroica, è opportuno rivolgersi ad un dermatologo che potrà effettuare la precisa diagnosi e suggerire i trattamenti più opportuni.
Fragilità dei capelli
I capelli “fragili” sono opachi, con superficie irregolare, “elettrizzati” e scarsamente voluminosi , assumono più rapidamente un aspetto poco vitale e presentano una ridotta elasticità e resistenza, pertanto si spezzano piuttosto facilmente.
La fragilità dei capelli può essere determinata da fattori:
- • costituzionali (fusto dal diametro ridotto, secchezza);
- • interni (cattivo funzionamento della radice, che produce una cheratina indebolita, e/o delle ghiandole sebacee che determina una scarsa lubrificazione. Queste anomalie possono essere indotte da un’ alimentazione sbilanciata, che non fornisce al bulbo o alla ghiandola il nutrimento necessario, oppure da squilibri ormonali, malattie, interventi chirurgici, stress, indebolimento psicofisico);
- • esterni (raggi UV, stress termici dovuti ad un’asciugatura a temperatura troppo elevata e all’utilizzo di piastre liscianti o arriccianti, lavaggi eccessivi, trattamenti estetici con prodotti chimici aggressivi come tinture e/o permanenti, soprattutto se ripetuti).
In presenza di fragilità e secchezza dei capelli oltre all’adozione di comportamenti che ne rispettino l’integrità, è possibile, mediante idonei trattamenti, proteggere, idratare e rinforzarne la superficie.
I trattamenti cosmetici possono anche essere associati ad un’integrazione dietetica specifica che risulta molto utile soprattutto nei casi in cui la fragilità è attribuibile a fattori interni.
Caduta dei capelli
La perdita di 50-100 capelli al giorno è considerata fisiologica in quanto è l’espressione del naturale processo di ricambio. Il superamento di questo limite è indicativo di un’alterazione più o meno permanente del ciclo vitale del capello. La caduta dei capelli è molto frequente e riguarda una percentuale rilevante dell’universo maschile e, in qualche misura, anche di quello femminile. Per molti la presenza dei capelli è importante per un corretto equilibrio psicologico. Spesso infatti, tale perdita viene vissuta come motivo d’ansia, di disagio, talvolta particolarmente problematico.
A seconda delle modalità con cui si manifestano, si distinguono sostanzialmente due tipologie di caduta: l’effluvio e il defluvio. Per effluvio si intende una perdita vistosa, rapida e diffusa, dei capelli, generalmente reversibile causata prevalentemente da fattori quali traumi o eventi particolarmente stressanti, intossicazioni, trattamenti farmacologici e radio o chemioterapici, parto, denutrizione ecc.. Il defluvio invece è caratterizzato da una caduta di intensità relativamente modesta o nei limiti fisiologici, ma poiché per alcuni capelli si verifica come stadio finale l’atrofia del follicolo, dà progressivamente origine a una calvizie permanente.
L’alopecia androgenetica (AGA) è la forma più comune di defluvio osservata nell’uomo. Viene considerata una vera e propria malattia da alcuni medici e dalla maggior parte dei soggetti che colpisce, per altri è un semplice processo di invecchiamento. Sicuramente è un problema comune visto che interessa circa il 50% degli uomini e forse altrettante donne oltre i 40 anni. Può presentarsi con un esordio acuto, che in genere coincide con un episodio di effluvio, o in modo molto lento e graduale, non facilmente collegabile ad una data ben precisa. L’andamento tipico nell’uomo è quello di un iniziale arretramento della linea frontale dei capelli, la cosiddetta “stempiatura”, seguita da un diradamento del vertice, fino allo stadio ultimo del collegamento tra le due aree. Nell’AGA, per effetto degli ormoni androgeni, testosterone nell’area frontale e diidrotestosterone (il principale metabolita del testosterone) nell’area del vertice e sulla base di una predisposizione genetica, i capelli si trasformano in peli via via più sottili e meno pigmentati. Alla base di questo fenomeno vi è una progressiva riduzione della fase di anagen e un aumentato numero di follicoli in telogen. Questa progressiva miniaturizzazione dei capelli è correlata ad un analogo processo di rimpicciolimento a carico dei follicoli piliferi che si trasformano fino ad assomigliare in tutto e per tutto ai follicoli del vello. La problematica della caduta dei capelli in alcuni casi è particolarmente complessa e non sempre facilmente affrontabile. Attualmente sono tuttavia disponibili numerosi mezzi di trattamento che, una volta effettuata la precisa identificazione delle cause, preferibilmente da parte di uno specialista dermatologo, possono consentire la risoluzione o il contenimento del problema.
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